Dai rifiuti organici energia rinnovabile e compost di qualità

Il progetto, nato nel 2017, ha analizzato il potenziale metanigeno della FORSU e ha consentito la realizzazione di un prototipo innovativo per il pretrattamento.

Analizzare il potenziale metanigeno della FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) raccolta sul territorio locale al fine di ottenere una valorizzazione energetica della stessa annullandone il conferimento in discarica. Lo ha fatto Ecoross in collaborazione con il DIMEG (Dipartimento Ingegneria meccanica, energetica e gestionale) dell’Università della Calabria in un progetto avviato nel 2017 e conclusosi in questi giorni.

La prima fase di ricerca ha previsto la realizzazione di un apposito laboratorio tecnico presso la sede dell’azienda Ecoross in cui, attraverso un prototipo innovativo e performante, è stato simulato il processo di digestione anaerobica della FORSU. Lo scopo è stato quello di analizzarne le principali caratteristiche, con particolare riferimento al potenziale metanigeno: la quantità di metano ottenibile dal trattamento di tale matrice all’interno di impianti di digestione anaerobica.

Il laboratorio di ricerca industriale è stato curato principalmente dai due ingegneri Rosy Paletta e Catia Lopresto (dottorandi Unical PhD) mentre il prototipo di sviluppo sperimentale della macchina è stato ideato dal progettista Unical ing. Nino Morabito e realizzato dagli operai specializzati della Ecoross, grazie anche alla consulenza tecnica del collaboratore ing. Luigi Longo. L’intero progetto è stato coordinato e seguito dalla Prof.ssa Vincenza Calabrò (Ingegneria chimica), dal prof. Natale Arcuri (Fisica tecnica ambientale) e dalla Dr.ssa Mariella Ambrogio (collaboratrice Ecoross).

I risultati del progetto sono stati illustrati giovedì scorso, in sessione telematica, in un Webinar sulla piattaforma Zoom, coordinato dalla dott.ssa Rossana Paternò.

I lavori sono stati introdotti da Eugenio Pulignano, Procuratore Ecoross che ha annunciato, alla luce dei risultati convincenti, l’intenzione di continuare a investire sul territorio, con la realizzazione di un impianto di digestione anaerobica per il trattamento di circa 50.000 ton./anno di FORSU. Un investimento da oltre 20 milioni di euro, che garantirà anche un significativo assorbimento occupazionale nel territorio. «Un impianto – ha affermato Pulignano – che sarà un fiore all’occhiello per tutta l’Italia perché uno dei primi a trattare gas biologico e a recuperare interamente l’anidride carbonica prodotta destinandola a usi industriali».

L’ing. Maurizio Morrone, dell’area tecnica di Ecoross, ha messo in risalto l’unicità di un impianto del genere, realizzato ex novo, che ha coinvolto l’Università della Calabria in fase di progettazione e vedrà il supporto della stessa nella successiva fase di conduzione. «Un impianto di digestione anaerobica dalla grande complessità: all’interno avvengono una serie di reazioni chimiche che vanno a degradare la materia organica al fine di produrre biogas. Il gas prodotto viene a sua volta inviato in una successiva sezione di upgrading per il recupero del metano e della CO2, subendo un’ulteriore fase di purificazione. Un ciclo virtuoso – ha concluso l’ing. Morrone – in quanto tutta la materia organica all’ingresso si trasforma in biogas-biometano, da immettere nella rete nazionale SNAM, e CO2 da destinare a usi industriali e compost di qualità utilizzabile in agricoltura come fertilizzante».

Della sostenibilità dell’impianto ha parlato la Prof. Vincenza Calabrò:

Il processo segue un percorso naturale nella digestione anaerobica dove vi è un’assenza di aria (e viene utilizzata dell’acqua). Ma non possiamo parlare di processi sostenibili al 100%: c’è bisogno di energia elettrica che può arrivare da varie fonti e nella fase di separazione è necessario l’utilizzo di materiali che, se non ben gestiti, possono avere un certo impatto sull’ambiente. Sta a noi decidere cosa fare per ridurre al minimo l’impatto ambientale e fare scelte di recupero dei materiali residui, scelte che – ha concluso la Prof. Calabrò ‒ con l’azienda ci impegneremo a portare avanti per migliorare sempre di più l’ecosostenibilità dell’impianto

I risultati ottenuti finora sono benauguranti e possono considerarsi soddisfacenti. La percentuale di materiali indesiderati all’interno della frazione organica risulta inferiore al 10% (a dimostrazione di come la raccolta differenziata sul territorio stia andando molto bene) e il potenziale metanigeno reale è molto alto (con punte massime pari a 144.00 Nm3/ton.). Il lavoro continuerà in questi termini e saranno monitorati tutti i progressi. Ecoross e Unical continueranno a seguire il processo fino a quando, terminate tutte le fasi di sperimentazione, si potrà passare dal prototipo all’implementazione in impianto.